Project Detail: Winter beach: silent facilities

Contest:

LuganoPhotoDays 2018



Brand:

LuganoPhotoDays



Author:

MICHELE RAVA

 

Project Info

Winter beach: silent facilities

The waves din and the iodine hit the naked and shining beach, under the pale light of the winter sun.
Away from the confused sound of the summer season, close to the uncontaminated nature, the trace of human presence coexists in some ephemeral building.
During the freezing winter months, the prefabricated buildings of the beach facilities, without their function, look like ships after a shipwreck, sunk up in the sand soiled by the wind storm. In this season, these ephemeral buildings, realized by planks and plates, acquire a different rule, pretending to be observed, not only used. Each one different, in material and color, each one unique, each one characterized by precise choices enriched, as often happens, by chance.
In order to describe, in the most incisive way, my personal perception of this place and to emphasize the feelings experienced during the shooting (conditioned by strong and faded colors, by materials brutalized by salt and sand, the dirt and neglect), I used two old analogue cameras: a 135-SLR camera with a lens from the early 60’s (used for the color pictures) and a 1928 folding Voigtländer (for the b/w pictures).The use of soft lenses and the choice of low-resolution photo-film, provided, as expected, rough images, in order to express my memories.

Michele Rava

Italian version

Il frastuono delle onde e lo iodio investono la spiaggia nuda che brilla illuminata sotto il pallido sole dell’inverno. Lontano dal fragore confuso della stagione estiva, accanto all’elemento naturale, incontaminato, coesiste la traccia della presenza umana nella forma del costruito.
Nei mesi più rigidi dell’inverno, le architetture prefabbricate degli stabilimenti balneari, private della loro funzione, appaiono come relitti di imbarcazioni dopo un naufragio, affondate sino al collo nella sabbia sporcata dal vento e dalle mareggiate. In questa stagione, tali strutture effimere, fatte di assi e lamiera, assumono una statura diversa: pretendono di essere osservate e non soltanto utilizzate e fruite. Ognuna diversa, nel materiale e nel colore, ognuna unica, ognuna caratterizzata da scelte precise arricchite, tuttavia, come spesso succede, dal caso.
Nel tentativo di descrivere nel modo più efficace e veritiero la mia percezione del luogo ed enfatizzare le sensazioni provate durante la ripresa (condizionate dai colori forti e stinti al tempo stesso, dai materiali brutalizzati dal sale e dalla sabbia, dallo sporco e dall'incuria, ecc.) ho utilizzando due vecchie fotocamere analogiche: una reflex 135 dotata di una lente dei primi anni '60 (con la quale ho scattato le fotografie a colori) ed una folding Voigtländer del 1928. Le lenti dalla resa morbida e la scelta di pellicole fotoamatoriali, a bassa risolvenza, hanno fornito immagini più ruvide, sino allora presenti solo nei miei ricordi.

Michele Rava

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