LuganoPhotoDays 2017
LuganoPhotoDays
Daniela Sala
Memorie d'interno
Residui manicomiali. In gergo tecnico è questa la definizione per Pina e Rossana. Testimoni di un’epoca, quella dei manicomi, a cui una legge ha messo fine nel 1978.
Pina è entrata in manicomio a 5 anni, pare per un ritardo mentale. Ma a pesare sulla decisione sarebbero state anche le condizioni di indigenza della sua famiglia, che non aveva soldi per sfamarla. Rossana ne aveva 22 e fu diagnosticata come schizofrenica. Nella sua cartella clinica è riportato anche che fosse “troppo gelosa” del marito. Alla fine degli anni ’60, nel manicomio di Roma erano internate 3mila persone in 34 padiglioni. Pina e Rossana si sono conosciute al padiglione delle “agitate”, il 19. Da allora non si sono più separate.
Il manicomio - nelle parole dello psichiatra Franco Basaglia - era uno spazio in cui il malato era “chiuso nello spazio angusto della sua individualità perduta”. La sfida sua - e di chi ha lavorato con lui - era far uscire queste persone. Ma né Pina né Rossana sono mai tornate a casa: negli anni sono state trasferite da una struttura ad un’altra e oggi vivono nella stessa casa di riposo, nella periferia della capitale.
Quale impatto ha avuto l’internamento in manicomio sul corso delle loro vite? Cosa resta del loro passato a 40 anni di distanza? Quali sono le conseguenze del manicomio, ancora presenti nonostante il tempo trascorso?
Il tempo, nella casa di riposo dove vivono dal 2013, trascorre lento. Le memorie del manicomio si fondono con i ricordi della giovinezza, in un continuo mescolarsi di sensazioni complesse.
Attraverso un’indagine del presente, ricerche sul loro passato e materiali di archivio, il tentativo è quello di ricostruire, come in un mosaico, i loro ricordi individuali, parte di una storia collettiva.