LuganoPhotoDays 2016
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Gian Antonio Romano
NEPAL: OLTRE IL TERREMOTO
“In un certo senso lo sapevamo, lo aspettavamo. La scienza ci aveva avvertiti."
ha scritto Silvia Lafranchi Pittet e poi…
"Eppure la verità è un’altra: non si è mai pronti a sentire vacillare una delle poche certezze dell’esistenza, la terra sulla quale camminiamo.
Quel sabato 25 aprile 2015, quando all’improvviso la terra ha cominciato a tremare, per i nepalesi il terrore è stato istintivo e viscerale, come le origini della vita. Quel giorno resterà nella memoria di chi l’ha vissuto come uno spartiacque, un punto di svolta tra un “prima” e un “dopo”.
Paura, dolore, privazione, sconforto…certo, come dopo ogni tragedia.
Ma a colpire è soprattutto la forza d’animo di questo popolo. Pochi giorni dopo il sisma, a Kathmandu già si leggevano striscioni con la scritta We will rise again, ci risolleveremo. Quando il monsone ha cominciato a imperversare e la gente si è rifugiata sotto ripari d’emergenza – teli di plastica, tende, lamiere -, non una risaia è stata dimenticata, ovunque il riso è cresciuto, come ogni anno.
Ci si è adattati a vivere in condizioni ancora più precarie di prima, con resilienza, con dignità…
… quella combinazione di forza, accettazione, fierezza e dolcezza che i nepalesi hanno trasmesso al mondo nei mesi successivi al terremoto.”
gian antonio romano