Project Detail: Chernobyl, i resti di un sogno

Contest:

LuganoPhotoDays 2016



Brand:

LuganoPhotoDays



Author:

Alessandro Lucca

 

Project Info

Chernobyl, i resti di un sogno

26 aprile 1986 - ore 1:23: un’esplosione alla centrale nucleare di Chernobyl causa il più grande disastro nucleare della storia. La città maggiormente colpita è Pripyat che, distante appena tre km, subisce in pieno il flusso radioattivo.

27 aprile 1986: in tre ore centinaia di autobus giunti da Kiev evacuano completamente i quasi 50 mila abitanti della città.

Maggio 1986: tutti i residenti che abitavano nel raggio di 30 km, quasi 120 mila persone, furono costretti a lasciare le loro case.

Giugno-Novembre 1986: attorno alla centrale viene realizzato un sarcofago per isolare il nucleo dall’ambiente esterno. Per l’opera vengono utilizzati più di 400 mila metri cubi di calcestruzzo

Oggi, a causa delle radiazioni ancora presenti nell’ambiente, l’area posta nel raggio di 30 km dalla centrale è completamente delimitata e sorvegliata per impedirne l’accesso. Quest’area si chiama “zona di esclusione”.

Pripyat è stata fondata nel 1970 per ospitare i lavoratori della centrale e, grazie al suo status di “città nucleare”, godeva di privilegi e benefici che permettevano ai suoi abitanti una qualità di vita superiore rispetto ad altre città sovietiche dell’epoca. Era inoltre una città moderna e dinamica, con un’età media inferiore ai 27 anni e una gran quantità di scuole e asili nido.

Oggi è la più grande città fantasma del mondo. Le sue strade sono uno scenario post-apocalittico: palazzi decadenti, piante che crescono sull’asfalto, oggetti sparsi abbandonati negli edifici e un silenzio assoluto.

Nonostante i divieti alcune persone, non avendo alternative, negli anni successivi sono tornate a vivere nelle campagne circostanti, in quasi completo isolamento e cibandosi di alimenti contaminati.

Queste immagini sono il racconto fotografico di una settimana vissuta in questi luoghi dove il tempo si è fermato 30 anni fa. E di quel tempo, di quella vita positiva e moderna non sono rimasti nient’altro che resti, i resti di un sogno.

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