LuganoPhotoDays 2016
LuganoPhotoDays
CARMELO ERAMO
Prima che tutto sia perduto.
Quattro anni fa ho iniziato questo viaggio di scoperta-riscoperta della mia terra, cominciando un diario di viaggio in Puglia, dove vivo, e in Basilicata, una terra che amo tanto. Qui, provo a catturare, e forse salvare, momenti e scene di ordinaria vita quotidiana, atmosfere, istanti, volti, gesti, sensazioni, cercandoli specialmente tra le strade e i vicoli di piccoli borghi, per raccontare un mondo, una società, attratto soprattutto da quanto di questo mondo si va perdendo e quanto ancora rimane.
In un meridione sempre in bilico tra il passato e un presente contraddittorio e difficile, tra immobilismo e progresso, tra retaggi atavici e speculazioni selvagge, nei vecchi cuori pulsanti e spesso malandati di città che si espandono tra edilizia e sviluppo troppo spesso insostenibili, si perpetuano consuetudini e ritmi di una quotidianità immersa talvolta in un tempo sospeso e immobile.
Pertanto cerco di raccontare un modo di vivere, una condizione esistenziale, incarnati visivamente, nelle mie immagini, nella presenza spesso preponderante delle persone anziane, quelle che rimangono quando tutti gli altri vanno via senza far più ritorno.
Quelle che ti mostrano la loro terra bellissima e impietosa, struggente e avara, su cui troppe mani sbagliate hanno messo le mani nel tempo, sfruttandola e depredandola.
Quelle che sperano disilluse in un futuro possibile ma intanto aspettano una fine che sanno inesorabile. Quelle che si chiedono cosa ci trovi di tanto interessante da fotografare e da cercare in posti sperduti, poco conosciuti e spopolati, ma che sono felici di raccontarti la propria vita e le storie della loro terra, che ti fanno da guida e ti invitano nelle loro case, e ti chiedono se quelle immagini finiranno sul giornale.
E poi ci sono i bambini. Con i loro giochi di strada tra strade troppo spesso ostili e crudeli per loro, tra quartieri difficili dove incontri i loro sguardi diffidenti e divertiti, teneri e sfrontati, di chi spesso la strada la conosce fin troppo bene.
Ma è soprattutto una ricerca personale la mia, un viaggio interiore. Un viaggio ancora in corso e senza fine, attraverso le mie personali visioni di un Sud che è soprattutto un tempo della memoria e un luogo dell'anima. Una dimensione spazio-temporale dalle coordinate intime, oltre che geografiche, dove la fotografia è anche un chiave per (ri)trovare se stessi.