LuganoPhotoDays 2016
LuganoPhotoDays
Ricardo Torres
Idomeni, sui i confini dell'umanità.
Idomeni, un piccolo paese al nord della Grecia, a ridosso del confine con la Macedonia, si è ritrovato da un giorno all’altro sulle pagine della storia. Da qui passavano circa mille persone al giorno, in fuga dalle guerre in Medio Oriente. Dopo la firma dell’accordo tra l’Unione Europea e la Turchia per contenere il flusso migratorio, più di 15’000 persone si sono trovate davanti una tripla barriera di filo spinato, e alle spalle la possibilità di essere rimandati in Turchia o collocati nei campi governativi greci per un periodo di tempo di cui nessuno conosce la durata. Nelle diverse tende lungo i binari del treno accampano perlopiù famiglie curde, siriane, irachene, o afgane. Alcune di loro hanno già un padre o una madre in Europa; tanti hanno perso i propri cari sotto le bombe. Tutti scappano da una guerra che non hanno iniziato. La maggior parte di loro sono bambini.
Tra marzo e maggio 2016, Idomeni è stato il simbolo del fallimento dell’Europa e della sua politica migratoria. L’incertezza e le condizioni disumane in cui queste persone hanno dovuto vivere contrastavano con l’atmosfera di cordialità che si è creata tra i migranti e i volontari, arrivati da tutta l’Europa per dimostrare che alla paura e all’indifferenza non tutti ci stanno.