L'energia del passato; i sistemi idroelettrici

Vajont: “alle 22.39 del 9 Ottobre 1963, 260 milioni di metri cubi di roccia, corrono veloci come treni verso la superficie del bacino artificiale sottostante, con cui l’uomo aveva sfidato la montagna.”

Questo fu l’evento che determinò il futuro dell’energia idroelettrica in Italia, che dagli anni ’70 vide una forte diminuzione della realizzazione di centrali. Infatti il grande sviluppo dei sistemi idroelettrici si ebbe dal primo al secondo dopoguerra; nel 1962 essi coprivano il 70% del fabbisogno nazionale di energia.

Da allora l’Enel modificò le proprie strategie di produzione di energia elettrica, tralasciando il modello idroelettrico fino ad allora utilizzato.

Oggi ci troviamo con impianti idroelettrici la cui età media è di circa 60 anni, che necessitano di continua manutenzione e che hanno portato Enel ad attuare un piano di dismissione degli impianti a livello nazionale.

Questo progetto vuole essere una ricerca su un paesaggio che si trasforma in base alle richieste energetiche del pianeta, l’impatto sul nostro territorio viene messo in evidenza attraverso i segni di un modello energetico oggi obsoleto.

La continua diminuzione delle risorse idriche confermano una crisi ormai evidente dei sistemi.