LuganoPhotoDays 2015 Pro
LuganoPhotoDays
Francesco Arese Visconti
"We, Prato"
“Che tu sia un Prato fiorito multicolore
In cui la diversità è ciò che conta,
In cui fiori differenti siano presi nell’insieme,
perché mescolandosi
Creino nuovi brillanti colori.”
da “Prato mia” di Yuan Angelo Wu Ning (da “Seconda generazione”, racconti dal I concorso letterario “La città vista e vissuta dai pratesi di seconda generazione”, un progetto della Provincia di Prato in collaborazione con Monash University, Piano B edizioni, 2013, Prato).
Il progetto fotografico “We, Prato” si occupa dei ragazzi di seconda generazione di origine cinese e dei loro coetanei di origine italiana. Il tema delle seconde generazioni di origine cinese a Prato é un tema molto attuale e di importanza critica. I ragazzi di origine cinese sotto i 25 anni sono per lo più nati a Prato e qui hanno frequentato le scuole. Studiano in italiano, parlano l’italiano, mangiano italiano. Nella maggior parte dei casi a Prato si sentono a casa.
La domanda più ricorrente di chi affronta il tema e si ferma ad una analisi superficiale é se i ragazzi di origine cinese si sentono veramente cinesi o pratesi e come vengono percepiti dai loro coetanei di origine italiana.
Le immagini prodotte per questo reportage ritraggono 16 ragazzi tra i 16 ed i 28 anni in un contesto a loro conosciuto e che é, secondo loro, simbolo di integrazione e sviluppo. I volti dei soggetti ritratti sono nitidi, mentre il contesto é fuori fuoco. I luoghi di integrazione sono importanti, ma non hanno alcun valore se non c’é l'attività e la presenza dei giovani. Il lavoro é stato realizzato in bianco e nero secondo le tecniche fotografiche tradizionali su pellicola ai sali d’argento successivamente stampata su carta baritata in camera oscura. Il bianco e nero ci allontana dalla distrazione del colore e permette di concentrarsi unicamente sulla struttura dell’immagine e sul suo contenuto: la persona ritratta nel suo contesto più abituale. Per attrarre l’attenzione di chi guarda l’immagine sul volto del soggetto ritratto é stata sfruttata la tecnica di Scheimpflug che grazie alle caratteristiche delle macchine fotografiche di grande formato permette di mettere a fuoco solo alcune aree dell’immagine.
Come ulteriore effetto, le gambe fuori fuoco si mescolano con il suolo per rappresentare fotograficamente il radicamento del soggetto ritratto con il territorio nonostante le origini.
Ad ogni ragazzo é stato chiesto di indicare tre parole che potessero andare in associazione con la parola “integrazione”. I risultati ottenuti sono sicuramente interessanti e ci danno anche alcune indicazioni sulla personalità dei ragazzi ed il loro positivo rapporto con il tema dell’integrazione.
Queste immagini non sono state scattate per dare una risposta a qualche specifica domanda, bensì per documentare uno stato di fatto ed i suoi protagonisti.
Tutte le fotografie sono state scattate a Prato fra Marzo e Maggio 2014.