Project Detail: Helter Shelter

Contest:

LuganoPhotoDays 2015 Open



Brand:

LuganoPhotoDays



Author:

Enrico Doria

Status:
Finalist

 

Project Info

Helter Shelter

Titolo Helter Shelter

foto di Enrico Doria

Luogo Sudafrica, Febbraio-maggio 2015

Questo lavoro fotografico e’ stato realizzato durante I primi mesi del 2015. Racconta un aspetto meno conosciuto del periodo attuale (e del post-apartheid) in Sudafrica, in cui anche i bianchi restano vittime di diversi episodi di discriminazioni; senza volere entrare nel merito di una questione politica che ha radici profonde, le fotografie raccontano di una comunita’ che accoglie principalmente donne bianche (e un paio di famiglie, di cui una di “afrikaaners”) che hanno perso ogni cosa, dal lavoro alla famiglia alla casa, in seguito a svariate sfortunate vicende che evidenziano l’assenza di qualunque forma di assistenza per chi e’ in difficolta’ o non e’ piu in grado di mantenere un lavoro, soprattutto poi se il colore della pelle stavolta e’ quello chiaro. Lo “shelter” che ospita poco piu’ di una ventina di persone si trova nella provincia del Gauteng, la piu’ ricca del Sudafrica, ma con il 40% circa di tasso di disoccupazione. I bianchi rappresentano ancora l’elite benestante, ma e’ sempre piu’ in aumento il numero di cittadini non di colore che fanno fatica a trovare un impiego stabile, specialmente se non in possesso di un titolo di studio importante. Cosi in questo “centro di accoglienza” finanziato e supportato dal governo ho incontrato, in seguito alla collaborazione con l’Universita’ presso cui lavoro (finalizzata al miglioramento nutrizionale per alcune comunita’ di persone in difficolta’, sia neri che bianchi…), diverse donne che mi hanno raccontato le loro vicende, non solo legate ad aspetti lavorativi, ma come spesso accade, anche e soprattutto a tristi episodi di violenze familiari o abusi di alcool e droghe. La comunita’ e’ molto piccola ma accogliente e pulita. Solo le due famiglie presenti, una mamma di colore con dui bimbi, e una famiglia afrikaaner di genitori con un bimbo di un anno, hanno una stanza privata, mentre le altre donne ospitate condividono uno stanzone arredato, si potrebbe dire quasi elegantemente, di viola. Il tempo passa molto lento per loro, condito dalla speranza di trovare un lavoro o un’altra sistemazione prima della scadenza dei 6 mesi, termine massimo del soggiorno nello shelter. Con loro ci sono pochi affetti, qualche libro e alcuni vestiti; cosi’ per alcune di loro la principale attivita’ e’ la gestione della cucina e preparare da mangiare. Qualche volta porto un po’ di pasta con ricetta allegata per prepararla “all’italiana”, o qualche dolce. Dopo poco tempo che frequantavo questa comunita’, le ospiti si sono aperte con me e hanno cominciato a raccontare le loro storie e in generale a parlarmi di altre cose, riguardanti il “nuovo” Sudafrica, accettando anche di essere fotografate. Il progetto andra’ avanti nelle prossime settimane, convinto che ci siano molte cose riguardanti questo complicato Paese che posso comprendere meglio dal dialogo con diverse persone, di estrazione sociale differente e di colore diverso, ma soprattutto rendendomi conto che non esiste una sola verita’ ne’ riguardo il passato del Sudafrca, ne’ tantomento il suo nebuloso presente.

Photos