Nadja

Messico Ottobre 2013 – Dicembre 2013

In Messico donne di tutto il mondo si riuniscono per quattro giorni danzando ogni notte senza né bere né mangiare in onore della luna.

Dal calar del sole, dopo essere state purificate dalla cerimonia del Temazcal, ne aspettano insieme la sua rinascita. In circolo unite una dietro l'altra muovono i loro piedi cantando canzoni alla madre terra. Un sacrificio nei confronti dell'universo che ogni anno si ripete, come guerriere sottopongono il loro corpo allo stremo delle forze per donare la propria energia, un rituale derivante dagli Indiani d'America.

Nasce in questo modo un pensiero profondo rivolto al maltrattamento cui sottoponiamo quotidianamente la nostra terra, l'universo.
Quanto l'ambiente sia importante per l'uomo e come invece la società in cui viviamo ci induca a distruggerlo e ce ne distacchi sempre di più.

Spazi immensi, orizzonti infiniti, rituali finalizzati a una profonda ricerca interiore, di se stessi e delle proprie origini. Compiendo questa ricerca diventa più semplice pensare a come gli elementi si uniscano e tutto si colleghi; ma invece i più continuano a vivere concentrati sull'individualità.

Un pensiero a Fukushima, ultimo grande disastro ambientale di cui poco si sente parlare, nonostante continui a camminare verso di noi, l'uomo gira le spalle e continua la sua strada.

I nostri mari contaminati, la nostra terra avvelenata, la nostra aria che soffoca, tutto lascia un sapore amaro in bocca, quasi metallico, come un grumo di sangue. Fino a quando i nostri occhi continueranno a vedere albe e tramonti nessuno farà niente? Solo quando tutto sarà grigio come la cenere forse qualcuno si muoverà verso quel buio - sarà troppo tardi?

La Natura vuole essere l'elemento catalizzatore del progetto.
La catastrofe ambientale, immagini a tratti surreali, luce e ombra si alternano cercando l'incombenza di una possibile fine, ma anche di una possibile speranza - dove l'uomo fa da sfondo. Donne, uomini, bambini che hanno un legame diretto con la natura, che vivono in contatto con essa a volte in modo vitale altre mortale.

Nadja in onore del Messico, del Surrealismo, di Breton, della nostra Natura a volte un po' pazza e feroce, ma che dobbiamo comunque proteggere e curare. Nadja, un sogno d'amore, di libertà, di speranza.