LuganoPhotoDays 2014
LuganoPhotoDays
Stella Del Curto
Sunken Warships - Navi da guerra affondate
Le navi affondate, i relitti, hanno avuto per me sempre un grande fascino. L'idea di potersi immergere in questi luoghi, di poterli fotografare e documentare, mi ha sempre assilato, fin da quando ho messo per la prima volta la testa sott'acqua. L'immersione su relitto spesso è difficoltosa e richiede capacità tecniche specifiche: corrente, profondità, scarsa visibilità, mancanza di riferimenti durante la risalita in acque libere sono solo alcune delle problematiche che si possono incontrare.
Tutti i relitti hanno una storia alle spalle, spesso tragica e quasi sempre con diversi caduti. Le navi da guerra in special modo sono tutte considerate dei cimiteri sommersi dove persone, soldati, ragazzi innocenti hanno perso la vita per battaglie non loro. Immergersi in questi luoghi richiede anche sensibilità e rispetto per ciò che si sta andando a visitare: in primo luogo, un cimitero.
Il mio trittico di foto va a presentare tre diverse navi affondate durante la II° Guerra Mondiale, di cui narrerò brevemente la storia in seguito. Giacciono tutte e tre nel Mediterraneo, due in Liguria e una in Croazia.
Il Mediterraneo custodisce e conserva diverse testimonianze della follia umana. Queste tre navi sono solo un piccolo esempio di storia e di guerre già narrate, ma non per questo da dimenticare.
Foto #1 - UJ 2207 (Comunemente noto come Cargo Armato)
Nato come peschereccio d'altura nel 1926, inizialmente si chiamava Islande. Nel 1938 viene ceduto ad un'altra società di pescatori e cambia il nome in Cap Nord. Nello stesso anno viene requisito dalla Marina Francese e dopo essere stato derequisito nel 1941 viene rinominato Ginette Le Borgne. Nel 1942 viene catturato dai tedeschi per essere poi trasformato in cacciasommergibili e ribattezzato UJ 2207.
Concluse il suo viaggio il 19 Novembre 1944, mentre era sulla rotta Genova - La Spezia venne colpita dalle motosiluranti inglesi e americane nella baia di Sestri Levante. Molti uomini sono morti con esso.
Il relitto giace su un fondale di 37 metri, in assetto di navigazione. La foto ritrae la prua.
Foto #2 - TA 35
Nato come Pilade Bronzetti, era un cacciatorpediniere entrato in servizio nel 1916. Dopo l'ammutinamento dell'equipaggio, avvenuto nel 1920 per porsi agli ordini di Gabriele d'Annunzio nell'ambito dell'impresa di Fiume, cambia nome e diventa Giuseppe Dezza. Declassato a torpediniera nel 1929 viene utilizzato come nave scuola fino all'avvento della II° Guerra Mondiale, quando rientra in servizio per la Regia Marina Italiana. Nel 1944 viene catturato dai tedeschi, rientrando in servizio per la Kriegsmarine il 9 giugno con il nome di TA 35. Alle 4.58 del 17 Agosto 1944 il suo destino si compì: mentre era in navigazione sulla rotta Pola - Rovigno (Croazia) urtò una mina inabissandosi rapidamente spezzato in due tronconi.
Con la nave perirono 71 membri dell’equipaggio, e come molte altre imbarcazioni affondate in quel periodo è anch’essa considerata un cimitero di guerra.
Il relitto giace su un fondale di 35 metri, spezzato in due. La poppa è in assetto di navigazione, la prua è rovesciata su un fianco. I due tronconi distano 100 metri uno dall'altro. La foto ritrae il cannone di poppa.
Foto #3 - UJ 2216 (Comunemente noto come KT)Nato come yatch di lusso, batteva bandiera francese e fu varato nel 1926 con il nome di Eros. Apparteneva ad un famoso banchiere, il barone Henri De Rotschild. Dall'aprile 1939 al giugno 1942 fu requisito dalla Marina Nazionale Francese, per la quale compì diverse missioni. Successivamente venne ribattezzato Incomprise. Il 27 Novembre 1942 fu requisito dai tedeschi che lo trasformarono in cacciasommergibili attuando diverse modifiche strutturali e rinominandolo UJ 2216. Il 27 settembre 1943 entrò in servizio per la Kriegsmarine ma soltanto un anno dopo, il 13 settembre 1944 venne affondato davanti a Sestri Levante da 4 vedette inglesi che lo silurarono a poppa, dove custodiva le munizioni e le granate. La deflagrazione fu enorme e distrusse completamente la poppa, facendo colare a picco la nave. I marinai superstiti si lanciarono in mare e in 57 vennero salvati da una vedetta di Sestri, mentre altri raggiunsero la costa a nuoto.
Il relitto giace oggi su un fondale di 58 metri in assetto di navigazione. La foto ritrae la mitragliatrice binata antiearea sul ponte di coperta.