I am burning to ash

Sono stata a Baku, in Azerbaijan, per qualche tempo.

La capitale dell'Azerbaijan sta attraversando un vero boom nel settore delle costruzioni, che ha portato a cambiamenti drammatici nello sviluppo urbano, trasformando la vecchia città sovietica in un ammasso di grattacieli immersi in un traffico caotico, in cui è difficile intraverdere una pianificazione urbana, la protezione di edifici storici o una qualche analisi della domanda e dell'offerta di abitazioni.

Baku si è trasformata, in altre parole, in un grande e nevrotico cantiere.

Camminando o guidando in città si assiste alla perenne attività di costruzione di immesi palazzi, in uno sviluppo urbano anarchico: nuovi grattacieli residenziali o commerciali sono spesso costruiti pericolosamente vicini l'uno all'altro o costeggiano edifici già esistenti, vecchie case diroccate, discariche improvvisate per materiali di costruzione.

In questo caos, un buon numero di vecchi quartieri residenziali è stato demolito per far spazio alle nuovi cantieri, causando proteste tra gli abitanti, che hanno ricevuto preavvisi brevissimi ed indennizzi insufficienti per l'acquisto delle nuove case che vengono edificate.

Molti abitanti non riconoscono più la città in cui sono cresciuti.

Le autorità comprenderanno, prima o poi, l'importanza di preservare la ricca storia della città, le identità di chi ci vive o sceglieranno di investire in una identità totalmente nuova, lucida e moderna?