PORT AU PRINCE - HAITI 2012

Macerie e fiocchi bianchi. Immondizia e magliette candide. Delinquenza e carità. Sono alcune delle contraddizioni che ho visto nei giorni trascorsi a Port-au-Prince, capitale di Haiti.

Un popolo martoriato da tutta una vita: i conquistatori prima, la dittatura poi; uragani e catastrofi naturali fino al terremoto del 2010, che in pochi istanti ha completamente distrutto la capitale, lasciando sotto le macerie più di 250 mila morti. Ogni famiglia ha avuto almeno un lutto. Ogni casa ha subito danni.

Eppure in questo scenario apocalittico, la gente cammina per le strade con vestiti lindi, i bambini vanno a scuola con le divise e si vedono fiocchi bianchi tra i capelli delle bambine. I mercati di frutta e verdura continuano imperterriti tra macerie e detriti di cemento, attraversati da maiali alla costante ricerca di cibo. Sebbene i miei occhi vedessero distruzione, la mia macchina fotografica, quasi fosse strettamente legata al mio cuore, continuava a catturare immagini di bellezza. Come per guidarmi all’essenza di queste persone. Al senso di bellezza che persiste nonostante tutto. In ogni uomo. Tutto poteva ricominciare da un incontro in grado di rianimare il cuore.

Rubble and white bows. Garbage and bleached shirts. Delinquency and charity. These are some of the contradictions I saw in days I spent in Port-au-Prince, Haiti's capital.

A population battered by a lifetime: first the conquerors, then the dictatorship; hurricanes and natural disasters until the earthquake of 2010, which in a few moments, it completely destroyed the capital, leaving more than 250,000 dead under the rubble. Every family was in mourning. Each home was damaged.

Yet, in this apocalyptic scenario, the people walk down the streets with neat clothes, the children go to school in their uniforms and one sees white ribbons in the girls’ hair. The fruit and vegetable markets continue undeterred among rubble and concrete debris, while pigs wander around constantly looking for food.

Although my eyes saw destruction, my camera, as if it were closely linked to my heart, went on to capture images of beauty. As if to guide me to the essence of these people. The sense of beauty that persists in spite of everything. In every man. Everything could start over from an encounter able to rekindle the heart.