Women photographers exhibition 2016
LuganoPhotoDays
Maria Caterina FEOLE
AMALIA, UN MONDO DI ORDINARIA SOLITUDINE
Amalia, donna di 88 anni dal carattere forte ed ostinato, tuttora fisicamente autonoma e mentalmente lucida, risoluta nelle proprie idee, è rimasta vedova 19 anni fa, nel 1997, a seguito della morte improvvisa del marito, a cui era profondamente legata ed a cui si dedicava con molta devozione, soprattutto dopo essere andata in pensione dall’insegnamento e dopo che i figli, ormai adulti, erano diventati indipendenti.
Da quel momento, annichilita dal dolore, si è volutamente e progressivamente isolata e chiusa in se stessa, come purtroppo accade a molte donne rimaste senza il compagno di una vita, che non superano mai completamente il lutto e non hanno la forza di ricominciare a vivere pienamente dopo la perdita dell’amato.
Esce raramente di casa, e – nonostante le continue sollecitazioni dei figli ad una maggiore apertura - preferisce trascorrere le sue giornate in solitudine, tutte uguali, protetta da barriere di vario tipo per “difendersi dal mondo esterno”, coltivando con nostalgia i ricordi dei tempi felici del suo matrimonio, di cui ha disseminato fotografie ed oggetti ovunque, e scrivendo memorie, poesie e riflessioni filosofiche.
Per lei non esistono più il “qui e ora” né il futuro, ma il tempo che scorre misura solo la distanza che la separa dal raggiungimento dell’“altro luogo”, ove ritrovare la felicità perduta.
Spesso si lascia sopraffare dallo sconforto per la lontananza dal suo adorato marito, e - sorretta dalla Fede - prega con convinzione affinché qualcuno da Lassù la faccia transitare al più presto nell’altra dimensione per potersi ricongiungere a lui.
Amalia è mia madre.