Project Detail: “Contemporary Noblesse”

Contest:

Women photographers exhibition 2016



Brand:

LuganoPhotoDays



Author:

Beatrice Zambon

 

Project Info

“Contemporary Noblesse”

“In un’epoca in cui si è compiuto un livellamento sociale, iniziato gia nell’ottocento, l’artista Elvezia Allari si interroga sul significato che nella società contemporanea assume il termine nobiltà.
Da una ambiente composto da individui privilegiati, che aborrivano il lavoro e coltivavano i vizi, quelli che si possono considerare le nuove classi emergenti vivono in un mondo che apparentemente li fa sentire tutti importanti semplicemente pubblicando e diffondendo la propria immagine. L’artista per compiere la propria visione sceglie gli elementi più tipici e più trionfanti della nobiltà antica. Dalla gorgiera, l’ampio colletto che troneggia nei ritratti dei grandi pittori fiamminghi del Seicento alla tiara, simbolo per eccellenza di potere e di regalità. Ma se nella tradizione visiva ci sono state tramandate immagini in cui sono palpabili i fini tessuti, gli ori e le perle più preziose, Elvezia Allari invece usa oggetti e trame molto più umili. I filati sono sostituiti dal filo di ferro cotto, le trame preziose dalla rete per i polli. Elementi semplici e per nulla nobili che servono a mettere a nudo la vera essenza della persona che li indossa. Mostrandoci il vero tempio in cui risiede la nostra storia e il nostro futuro, il corpo.
Ad accompagnare l’artista in questa ricerca la fotografa Beatrice Zambon, che ambienta le immagini e le opere dell’artista Allari in uno scenario casalingo e quotidiano. Al contempo pubblico ed intimo che diventa il luogo privilegiato, per la protagonista degli scatti, per esprimere le proprie certezze e le proprie paure. Ne esce una ragazza, neanche ventenne, alla ricerca della propria strada. Divertente e solitaria, femminile ed ingenua, che gioca con la propria immagine. Che si interroga specchiandosi nel riflesso degli specchi e degli oggetti, come gli smartphone, che assorbono la sua energia. L’intimità è manifesta ma mai violata, a volte ci guarda non vedendoci a volte si racchiude in se stessa per cercare di vedere oltre lo schermo del proprio cellulare e oltre l’obiettivo della macchina fotografica. L’arte di Elvezia Allari, con questo nuovo lavoro, è riuscita a cambiare significato ad oggetti simbolo di un’elité culturale e politica. Pur mantenendo invariate le fogge le ha ridotte all’essenziale mostrandone l’anima e facendoci interrogare sulla futilità degli orpelli e di qualsiasi eccessivo ornamento quando si trovano a vestire il nostro io più profondo, il nostro corpo.”
Teresa F. Giffone

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