Women photographers exhibition 2016
LuganoPhotoDays
Marina Spironetti
Exposed - 184 creativi per Milano
Il progetto Exposed vuole fotografare la città di Milano attraverso i suoi creativi: 184 immagini (simbolicamente una per giorno di Expo) di artisti e creativi che vivono e lavorano nel capoluogo lombardo. A ciascuno di loro è stato chiesto di scrivere su una lavagnetta o su altro supporto una parola - o una breve frase - che riassume il loro rapporto con Milano: qualcosa che amano - un luogo fisico, una sensazione, un ricordo - e che rende speciale la città in cui hanno scelto di vivere. Ne deriva una scheggia di realtà milanese, eccezionale e irripetibile, lontana dai luoghi comuni tradizionalmente associati con questa città, proprio nell'anno - il 2015 - in cui Milano si è mostrata al mondo con Expo.
Le foto presentate rappresentano quindi una piccola selezione di un lavoro di vasta portata, durato circa un anno e mezzo. C'è una storia dietro a ciascuna di loro - che nel progetto originario è raccontata attraverso delle registrazioni audio, trasformate in una scultura sonora a corredo delle immagini: la restauratrice Giuliana Cuomo, per esempio, posa in abito da sera proprio sotto ai soffitti della Galleria Vittorio Emanuele II, il salotto di Milano, che lei stessa ha contribuito a restaurare in tempo per l'Expo. Per la cantante Paola Colombo, invece, Milano simboleggia una vera e propria rinascita sul piano personale ed artistico. L'attrice milanese Linda Caridi sceglie di posare sui binari della Stazione Centrale, con due valigie di cartone e circondata dalle sue scarpe che simboleggiano i passi e le emozioni del "ritorno" nella sua città natale dopo ogni lavoro che la porta lontano. Milano va veloce: è la città dello "scorrere" di cui parla la danzatrice Lara Guidetti, ma anche delle "connessioni" del regista Giovanni Esposito, che si fa ritrarre su un binario della metropolitana, luogo che è stato al centro dei suoi cortometraggi "Milano Underground". Il luogo simbolo per l'attore Gianluca de Col, invece, è la casbah storica di Porta Cicca, che ha studiato approfonditamente creando addirittura un personaggio en travesti dal nome, non a caso, di Cassandra Casbah. Un luogo artificiale, secondo la drammaturga brasiliana Ana Candida Carneiro, che come sfondo per il suo ritratto sceglie proprio l'Idroscalo, un lago "finto" proprio alle porte della città, ma anche un luogo di delizie, prima fra tutte il panettone, il tipico dolce natalizio di cui parla, ironicamente, la sua collega Magdalena Barile: buonissimo, certo, ma in una città in cui tutti sono perennemente a dieta.