Women photographers exhibition 2016
LuganoPhotoDays
Loredana Taglieri
Alone
Alone (Ucraina Febbraio/Marzo 2015)
Riuscire a entrare a Debalsevo, una delle città più colpite, non è semplice. Non tutti gli autisti sono disposti a rischiare così tanto. Al check point ci accolgono con un colpo di cannone sparato da un carro armato. Il comandante ci consiglia di non entrare nelle case: sono tutte minate. Le persone che camminano per strada sembrano fantasmi, circondati da scheletri di alberi bruciati, macerie, edifici sventrati e anneriti dalle fiamme. Buchi nell’asfalto e frammenti di grad arrugginiti ingombrano le strade.
Ci vivevano 30.000 persone. Sono rimaste in meno di 3000, quelle che non sono riuscite a scappare. Senza elettricità, viveri, gas. Vivono negli scantinati con le poche cose che sono riuscite a portare con sé. Nelle loro case non possono più tornare. L’ospedale, devastato dai bombardamenti, non è più utilizzabile. E’ rimasto solo un medico. I vigili del fuoco hanno attrezzato un campo con dei generatori, per permettere alla gente di caricare i cellulari e distribuire loro dei viveri. Chi vive in questa città martoriata, aspetta solo che la guerra finisca. A Donesk la situazione non è diversa. La città è stranamente silenziosa, quasi disabitata. Molti negozi sono chiusi, ci sono serie difficoltà per trovare viveri. Il governo di Kiev ha bloccato pensioni e stipendi, le persone che vivono nel Donbass non sanno per quanto tempo ancora potranno andare avanti.
Durante il giorno e soprattutto durante la notte si sentono in lontananza i continui bombardamenti provenienti dall’aeroporto, nonostante il cessate il fuoco stabilito dall’accordo di Minsk del 15 Febbraio 2015, nel quale il presidente russo Vladimir Putin, il presidente ucraino Petro Poroshenko e i mediatori Angela Merkel e Francois Hollande stabilivano inoltre il ritiro delle truppe di entrambe le parti, la possibilità all’OSCE del controllo effettivo del rispetto dell’accordo e garantire la distribuzione degli aiuti umanitari. Purtroppo questo accordo è stato ignorato, sono state confermate in quel periodo frequenti violazioni del cessate il fuoco da ambo le parti. Gli scontri hanno toccato zone abitate da civili, ospedali, strade e infrastrutture, ci sono testimonianze di torture ai danni dei prigionieri.
Ad oggi i morti sono stati stimati intorno ai 50.000 con oltre un milione e mezzo di sfollati che hanno trovato rifugio in Ucraina o in Russia, ma gli osservatori OSCE riescono a svolgere il loro lavoro con grandi difficoltà e gli effetti di questo conflitto non saranno realmente noti ancora per molto tempo.
Nessuna istituzione internazionale è, ad oggi, in grado di assicurare la protezione dei civili nei conflitti armati. Ogni uomo, donna, bambino coinvolto in un conflitto armato sente, innanzi tutto, d’essere solo.