Voci impietrite

Corridoi deserti, echi di gocce d’acqua, improvvisi crolli. Un luogo lugubre e inquietante. Ma non per questo da dimenticare, perché parte della Storia, della crudeltà umana che ognuno di noi dovrebbe conoscere. Oggi l'ex ospedale psichiatrico Giuseppe Antonini, famoso come il Manicomio di Mombello a Limbiate, in provincia di Monza e Brianza, è in uno stato di profondo abbandono, chiuso nel 1978 grazie all’entrata in vigore della legge Basaglia e definitivamente smantellato nel 1999. La clinica poteva ospitare al massimo 900 malati, ma divenne ben presto sovraffollata: all’apertura ci vivevano già 1121 pazienti, che a fine secolo divennero 1250, curati da soli sei medici. Con il necessario ampliamento i malati vennero suddivisi in base alla gravità e alla tipologia delle malattia. Il numero dei pazienti continuò ad aumentare, fino a superare i 3.500 durante la Prima guerra mondiale.

I miei scatti vogliono essere testimonianza, sguardo e riflessione sulla realtà di totale abbandono dei manicomi italiani, luoghi adibiti al contenimento fisico con l'utilizzo di terapie farmacologiche molto invasive e dove, di fatto, si mirava al quasi totale annientamento del malato mentale.

La chiusura di questi luoghi ha permesso di far progredire una nuova possibilità di assistenza medica al malato, con un suo coinvolgimento all’interno della società, sostenuto dalla famiglia e dall’aiuto terapeutico.

Il malato è prima di tutto un essere umano.